Bullismo e cyberbullismo due parole che purtroppo sono entrate prepotentemente nel linguaggio comune. Come si diventa bulli o vittime di bullismo? Difficile da dire, probabilmente si diventa bulli per essere all’altezza di altri bulli, si ride degli atti di bullismo per non diventare vittime di bullismo. I bulli colpiscono per egocentrismo, per invidia o per rabbia. Le vittime dei bulli troppo spesso tacciono, troppo spesso sopportano e troppo spesso non si affidano ai servizi di counselling che sia la scuola privata che la scuola pubblica offrono ai propri studenti.
Bullismo a cyberbullismo
In Italia è stata finalmente approvata la legge sul cyberbullismo, un particolare tipo di bullismo che passa attraverso la rete. Sicuramente, anche grazie al grande successo della serie tv di Netflix Tredici, tutti ne abbiamo sentito parlare.
Questa serie TV affronta l’argomento in modo nuovo e diverso dal solito, ha come protagonista il rapporto di Hanna Backer con il bullismo. Hanna arriva alla scelta estrema, al suicidio. Nel corso degli episodi della prima stagione vengono approfondite le tematiche che hanno spinto Hanna verso questa decisione, nella seconda stagione (attenzione spoiler) il tema è quello del processo in cui la famiglia di Hanna accusa una scuola assente, con un servizio di counselling scolastico praticamente inesistente. La serie Tredici mostra il disagio, tanti piccoli malesseri leggeri, infiniti diversi episodi che singolarmente sarebbero insignificanti che però insieme creano una situazione insostenibile.
Il ruolo della scuola
Attualmente nessuna legge definisce se scuola privata, pubblica o scuola di recupero anni scolastici debbano avere il un servizio di counselling dedicato agli studenti. Sicuramente un servizio di counselling a gestito da esperti in grado di capire e comprendere il reale stato d’animo di giovani e adolescenti potrebbe essere uno degli espedienti per arginare il problema del bullismo. La scuola è il luogo dove gli studenti passano la maggior parte del loro tempo. Dovrebbe rappresentare una presenza solida in grado di infondere sicurezza e non giudizio.
Tredici, la serie che parla di bullismo
Il bullismo che ha spinto Hanna Backer al suicidio inizia a scuola e continua nelle attività giornaliere di una classe di giovani studenti americani. Una serie cruda e reale, che fa riflettere e discutere. Alcuni pensano che andrebbe addirittura trasmessa nelle scuole per portare attenzione sull’argomento. Altri preferiscono evitare, in Nuova Zelanda ne è addirittura vietata la visione sotto i 18 anni. La serie viene accusata di trasmettere l’idea che il suicidio sia una soluzione accettabile quando generato dalla cattiveria degli altri e di favorire l’emulazione. Tredici fornisce sicuramente degli spunti su cui riflettere. La serie dovrebbe portare i dirigenti scolastici ad interrogarsi su quello che la scuola offre, sul loro ruolo all’interno delle vite degli studenti e sul servizi di counselling e assistenza che vengono offerti. I giovani e gli adolescenti dal canto loro dovrebbero essere spinti a riflettere sui loro comportamenti e su quello che essi possono causare.
Tredici è solo una serie tv, non vuole assolutamente sostituire nessuno strumento educativo, ma forse in alcuni casi può essere d’aiuto per affrontare tematiche difficili e complicate.